Cosa sogno per il
futuro di Anita?
Quando saprà dirmelo
ve lo racconterò….
Quando è nata Anita, due anni e mezzo fa, si è ribaltato il
mondo. Ma non in senso metaforico, doloroso, buio. In senso letterale. Perché
guardando quei suoi occhietti a mandorla ho pensato che il mio futuro sarebbe
stato stravolto. Il mio futuro. E
questo non è il pensiero di una mamma perché una mamma, quando nasce un bimbo,
vede un’unica scia luminosa che va dal presente, da quell’attimo in cui ha dato
alla luce la sua creatura, al futuro di quel bimbo/bimba che sarà uomo o donna
nel mondo.
Il mio sguardo sul mondo si era ribaltato. Ma solo momentaneamente.
Perché poi ci ho riflettuto, molto. Ho riflettuto sul fatto
che io abbia avuto, in quel primissimo istante, l’errata convinzione che il futuro
di Anita sarebbe stato indissolubilmente e inevitabilmente ancorato al mio, o
forse sovrapponibile al mio. E ho riflettuto anche sul fatto che se non ho
visto un futuro di Anita, proprio, intimo, personale, è stato perché forse non
ho creduto che nel mondo ci fosse spazio per quel futuro, il suo.
Se Anita dovesse rinascere oggi, penserei al suo
futuro. Come a un grande, meraviglioso e fantastico mistero. Mi perderei a
immaginare le infinite possibilità in cui potrebbe sfociare la sua vita guidata
dai suoi desideri…. Fotografa? Cameriera? Ballerina? Impiegata? Sapendo che con ogni
probabilità nessuna delle mie ipotesi coinciderà con la realtà. Perché noi
figli siamo così…imprevedibili.
Se Anita dovesse rinascere oggi avrei di nuovo la
consapevolezza che il mio futuro e il suo sono indissolubilmente legati. Ma sarebbe
una consapevolezza diversa. Due vite distinte, piene e non sovrapponibili che
si accompagnano.
Se Anita dovesse rinascere oggi non dubiterei un solo
istante sull'esistenza di un posto nel mondo per il suo futuro. E inizierei ad
aprire la strada. Perché il mondo è di tutti, ma proprio di tutti, e dobbiamo
saperlo.
Potrei stare qui a scrivere delle mille difficoltà, degli
enormi problemi e dei pregiudizi ancora più ingombranti che ostacolano il
percorso. Ma quelli li conosciamo già. Rimuovere, fare a pezzetti, travolgere questi ostacoli è il nostro lavoro quotidiano.
Ma il nostro sguardo va oltre, è il progetto di vita. Qualcosa di infinitamente più complesso del poter percorre una strada sgombra . Si tratta di costruire una strada, aprire nuovi orizzonti, rivendicare per i nostri figli la stessa libertà di creatività e autodeterminazione di tutti. Credere fermamente che la vita di ognuno non è in nessun modo determinata in partenza dalla sua condizione. E raccontarlo al mondo intero.
Il progetto di vita…ci accomuna tutti. Progettare la nostra vita, cercando di indirizzare
sogni e azioni concrete verso un’unica meta – indipendentemente da quale sarà
l’esito di questa ricerca - conoscerci,
capirci, indagare le nostre potenzialità ma anche le nostre debolezze. Lasciar
parlare i nostri sogni. Genitori,
professori, datori di lavoro, amici, parenti, incontri occasionali, sono tutti
attori indispensabili nella stesura di quel grande copione che è il nostro progetto
di vita. Il nostro essere nel mondo, il nostro presentarci, condividere
esperienze, affermare la nostra presenza, essere riconosciuti sono passi indispensabili per poter progettare la nostra
vita: aiutano noi stessi e gli altri a individuare la strada – e poi un posto –
che meglio risuoni con il nostro progetto.
Tutti gli incontri sono determinanti in questo riconoscimento,
costruiscono una mappa più completa di noi stessi aggiungendo tassello dopo
tassello
Per essere riconosciuta una vita deve potersi esprimere nel mondo, pienamente, negli ambiti e negli ambienti scelti e non imposti
Ci siamo tutti commossi di fronte a storie eloquenti di emancipazione da un ruolo che sembrava obbligato o inevitabile: figli di contadini che studiano e si conquistano un posto, Billy Elliot che si sono guadagnati il ruolo di primo ballerino al posto di un numero in sequenza in una miniera di carbone,
..ma sempre, sempre in questi casi c’è stato qualcuno
disposto ad ascoltare il vero desiderio e il vero sogno di una persona volenterosa
di prendere in mano la propria vita. E a
costruire con lui/lei un progetto di vita.
Cosa sogno per il futuro di Anita? E’ una domanda che mi
sono sentita rivolgere tante, innumerevoli volte..
Se quarant'anni fa mi avessero detto che ti avrei accompagnata nei tuoi "viaggi di mamma" probabilmente ci avrei sperato.
RispondiEliminaSe quarant'anni fa mi avessero detto che accompagnarti nei tuoi "viaggi di mamma" avrebbe ,in qualche modo ,fatto sentire un po' mamma anche me, ci avrei creduto.
Se quarant'anni fa mi avessero chiesto se durante i tuoi "viaggi di mamma" sarei sempre stata orgogliosa di te ci avrei giurato.
Se quarant'anni fa mi avessero detto che quei "viaggi di mamma" avrebbero potuto far paura ci avrei pensato.
Se quarant'anni fa mi avessero chiesto se durante i "viaggi di mamma" saresti stata ispirazione avrei silenziosamente e sornionamente annuito.
Se oggi, dopo quarant'anni, mi chiedessero come immagino i tuoi "viaggi di mamma"...risponderei indubbiamente : OSA. ❤