martedì 30 giugno 2020

il futuro di Anita

Cosa sogno per il futuro di Anita?

Quando saprà dirmelo ve lo racconterò….

 

Quando è nata Anita, due anni e mezzo fa, si è ribaltato il mondo. Ma non in senso metaforico, doloroso, buio. In senso letterale. Perché guardando quei suoi occhietti a mandorla ho pensato che il mio futuro sarebbe stato stravolto. Il mio futuro. E questo non è il pensiero di una mamma perché una mamma, quando nasce un bimbo, vede un’unica scia luminosa che va dal presente, da quell’attimo in cui ha dato alla luce la sua creatura, al futuro di quel bimbo/bimba che sarà uomo o donna nel mondo.

Il mio sguardo sul mondo si era ribaltato. Ma solo momentaneamente.

Perché poi ci ho riflettuto, molto. Ho riflettuto sul fatto che io abbia avuto, in quel primissimo istante, l’errata convinzione che il futuro di Anita sarebbe stato indissolubilmente e inevitabilmente ancorato al mio, o forse sovrapponibile al mio. E ho riflettuto anche sul fatto che se non ho visto un futuro di Anita, proprio, intimo, personale, è stato perché forse non ho creduto che nel mondo ci fosse spazio per quel futuro, il suo.

Se Anita dovesse rinascere oggi, penserei  al suo futuro. Come a un grande, meraviglioso e fantastico mistero. Mi perderei a immaginare le infinite possibilità in cui potrebbe sfociare la sua vita guidata dai suoi desideri…. Fotografa? Cameriera?  Ballerina? Impiegata? Sapendo che con ogni probabilità nessuna delle mie ipotesi coinciderà con la realtà. Perché noi figli siamo così…imprevedibili.

Se Anita dovesse rinascere oggi avrei di nuovo la consapevolezza che il mio futuro e il suo sono indissolubilmente legati. Ma sarebbe una consapevolezza diversa. Due vite distinte, piene e non sovrapponibili che si accompagnano.

Se Anita dovesse rinascere oggi non dubiterei un solo istante sull'esistenza di un posto nel mondo per il suo futuro. E inizierei ad aprire la strada. Perché il mondo è di tutti, ma proprio di tutti, e dobbiamo saperlo.

Potrei stare qui a scrivere delle mille difficoltà, degli enormi problemi e dei pregiudizi ancora più ingombranti che ostacolano il percorso. Ma quelli li conosciamo già. Rimuovere, fare a pezzetti, travolgere  questi ostacoli è il nostro lavoro quotidiano.

Ma il nostro sguardo va oltre, è il progetto di vita. Qualcosa di infinitamente più complesso del poter percorre una strada sgombra . Si tratta di costruire una strada,  aprire nuovi orizzonti, rivendicare per i nostri figli la stessa libertà di  creatività e autodeterminazione di tutti. Credere fermamente che la vita di ognuno non è in nessun modo determinata in partenza dalla sua condizione. E raccontarlo al mondo intero.

Il progetto di vita…ci accomuna tutti.  Progettare la nostra vita, cercando di indirizzare sogni e azioni concrete verso un’unica meta – indipendentemente da quale sarà l’esito di questa ricerca -  conoscerci, capirci, indagare le nostre potenzialità ma anche le nostre debolezze. Lasciar parlare i nostri sogni.  Genitori, professori, datori di lavoro, amici, parenti, incontri occasionali, sono tutti attori indispensabili nella stesura di quel grande copione che è il nostro progetto di vita. Il nostro essere nel mondo, il nostro presentarci, condividere esperienze, affermare la nostra presenza, essere riconosciuti sono passi  indispensabili per poter progettare la nostra vita: aiutano noi stessi e gli altri a individuare la strada – e poi un posto – che meglio risuoni con il nostro progetto.

Tutti gli incontri sono determinanti in questo riconoscimento, costruiscono una mappa più completa di noi stessi aggiungendo tassello dopo tassello

Per essere riconosciuta una vita deve potersi esprimere nel mondo, pienamente, negli ambiti e negli ambienti scelti e non imposti

Ci siamo tutti commossi di fronte a storie eloquenti di emancipazione da un ruolo che sembrava obbligato o inevitabile: figli di contadini che studiano e si conquistano un posto, Billy Elliot che si sono guadagnati il ruolo di primo ballerino al posto di un numero in sequenza in una miniera di carbone,

..ma sempre, sempre in questi casi c’è stato qualcuno disposto ad ascoltare il vero desiderio e il vero sogno di una persona volenterosa di prendere in mano  la propria vita. E a costruire con lui/lei un progetto di vita.

Cosa sogno per il futuro di Anita? E’ una domanda che mi sono sentita rivolgere tante, innumerevoli volte..

Quando mi racconterà il suo desiderio vi risponderò…

by Chiara Bertinetti

1 commento:

  1. Se quarant'anni fa mi avessero detto che ti avrei accompagnata nei tuoi "viaggi di mamma" probabilmente ci avrei sperato.
    Se quarant'anni fa mi avessero detto che accompagnarti nei tuoi "viaggi di mamma" avrebbe ,in qualche modo ,fatto sentire un po' mamma anche me, ci avrei creduto.
    Se quarant'anni fa mi avessero chiesto se durante i tuoi "viaggi di mamma" sarei sempre stata orgogliosa di te ci avrei giurato.
    Se quarant'anni fa mi avessero detto che quei "viaggi di mamma" avrebbero potuto far paura ci avrei pensato.
    Se quarant'anni fa mi avessero chiesto se durante i "viaggi di mamma" saresti stata ispirazione avrei silenziosamente e sornionamente annuito.
    Se oggi, dopo quarant'anni, mi chiedessero come immagino i tuoi "viaggi di mamma"...risponderei indubbiamente : OSA. ❤

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